“I giovani e la grafologia: le ragioni di un incontro” è stato il tema del 4° Congresso Internazionale di Grafologia tenutosi a Firenze, dal 6 all’8 marzo, organizzato dall’A.G.I. (Associazione Grafologica Italiana) in collaborazione con l’Istituto Grafologico G. Moretti, Urbino, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’obiettivo del Congresso è stato quello di aprire il mondo grafologico e non solo italiano ma anche di altre nazionalità (Belgio, Stati Uniti, Israele, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna) al confronto e alla dialettica con esperti di altre discipline (psicologi, pedagogici, neurologici, sociologi, magistrati, dirigenti scolastici, docenti universitari di diversi atenei italiani ecc.) su argomenti specifici che riguardano da vicino i giovani nella società attuale.
Il Congresso articolato in quattro sessioni che corrispondono all’iter evolutivo (spesso sofferto) dei giovani nel loro passaggio dall’infanzia alla condizione evolutiva, si è proposto l’approfondimento e il contributo della grafologia in relazione alle problematiche giovanili nei loro seguenti aspetti:
- il ruolo della scrittura nell’apprendimento (nella prevenzione e nella correzione delle disgrafie);
- l’adolescenza oggi: un’identità fragile (nel delicato processo di costruzione del sé, prendendo in considerazione eventuali derive comportamentali come il bullismo);
- educare alla consapevolezza, educare alla genitorialità, educare alla cittadinanza (nell’osservazione dei soggetti in crescita, colti nel loro inserimento nella rete familiare e responsabile dello sviluppo della loro dimensione affettivo-relazionale);
- la grafologia al servizio del futuro professionale e della competenza (nell’orientamento come possibilità di individuare risorse e capacità, al fine di una progettazione soddisfacente di un percorso formativo e professionale).
La Grafologia in questi anni, come scienza e come competenza professionale, ha contribuito ad occuparsi della buona educazione della scrittura e della rieducazione, ha dato un supporto agli insegnanti e ai ragazzi per evidenziare e circoscrivere i segni del disagio nelle diverse tappe dell’apprendimento. E’ divenuta strumento di counseling per gli studenti alla ricerca della conoscenza di sé e delle proprie risorse, mettendo a disposizione nelle scuole “sportelli grafologici” e punti di incontro.
Uno degli obiettivi del Congresso è stato quello di andare oltre i protocolli per far conoscere la Grafologia come scienza sempre più emergente al servizio dell’uomo.
Prof. Rocco Quaglia, Docente di Psicologia Dinamica, del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, nel suo intervento fa presente la difficoltà del riconoscimento dei Grafologi come per gli Psicologi sessanta anni fa ed inoltre ha espresso: “Se noi tutti siamo qui, psicologi, sociologi, psicoterapeuti e così via, è proprio per dare la nostra spinta e il nostro riconoscimento a questa scienza umana, che può regalare tanto allo sviluppo e allo studio soprattutto dei giovani e di quei fenomeni sociali, sempre rilevati dai media ma raramente trattati in maniera approfondita”.
A tale proposito, Prof. G. Galeazzi, epistemologo, è intervenuto dicendo: “sono necessarie nuove alleanze educative tra scienze dell’educazione e scienze grafologiche, viste nella loro configurazione polidisciplinare (per usare un’espressione di Morin) ovvero scienze della formazione e scienze del grafismo. Si potrà parlare di un’alleanza formativa tra una possibile collaborazione delle suddette scienze, per cercare di fuoriuscire dalla condizione di “malessere” e muoversi in direzione della ricerca del “ben-essere””.
Questa alleanza, fa presente sempre G. Galeazzi, si rende tanto più necessaria in quanto la questione educativa è oggi una vera e propria emergenza, cui occorre far fronte con urgenza. Sul versante formativo (preventivo, educativo o riabilitativo) alla Grafologia può essere attribuito un ruolo per così dire “ecologico” nel senso che da essa proviene un invito forte a non continuare nel trascurare o sottovalutare l’attività grafica dei soggetti fin dall’infanzia.
Di questa “grafologia termostato” come la definisce sempre G. Galeazzi, c’è bisogno, per richiamare l’importanza del gesto scrittorio, mentre esso è stato bellamente misconosciuto, come mostra la trascuratezza che si è avuta nei confronti delle disgrafie.
Nella società attuale contraddistinta dalle 3 D (Difficoltà, Disorientamento, Disagio) conclude G. Galeazzi, è importante il ruolo della Grafologia in qualità di scienza per aiutare i giovani a disporre, attraverso l’esame dell’ espressione grafica, di un ulteriore strumento per conoscersi ed orientarsi nelle scelte scolastiche e lavorative.
Il Congresso si è chiuso con l’auspicio della presidentessa dell’A.G.I. A. Castelli e dei grafologi presenti che tutti i contenuti trattati (già ricchi di indicazioni e proposte innovative) diventino ancor più fertile terreno per uno scambio propositivo in vista degli ulteriori sviluppi della Grafologia e soprattutto della sua fondazione interdisciplinare.
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