Oggi il panorama del mondo del lavoro, è caratterizzato da una complessità crescente: le nuove generazioni intraprendono, sempre più frequentemente, più di una professione nel corso della vita lavorativa. Il mercato del lavoro, instabile ed incerto, non cessa di richiedere profili professionali capaci di coniugare in modo virtuoso saperi elevati e competenze diffuse e non parcellizzate.
In questa prospettiva l’orientamento ha acquisito una definizione ampia ed articolata: “come un insieme di azioni a sostegno di una scelta, formativa scolastica o professionale”.
L’orientamento è un processo continuo, non offre solo conoscenze ma apertura: uno strumento di aiuto nella formazione delle scelte che gli individui si trovano a fare nella situazione di transizione tra scuola e lavoro, tra lavoro e formazione professionale e tra lavoro e lavoro.
L’obiettivo dell’orientamento, in tale ottica, è quello di garantire un efficace sostegno all’individuo per educarlo alla scelta, per aiutarlo a riconoscere le proprie risorse personali e competenze, a sviluppare una progressiva capacità ai cambiamenti ed a creare un ponte di collegamento tra enti istituzionali e privati. Tale obiettivo è anche condiviso dal sistema attuale educativo.
Nelle scuole c’è maggior consapevolezza dell’importanza dell’orientamento, sottolineato anche dalle nuove disposizioni ministeriali.
Lo studente è l’attore del proprio processo di orientamento, attraverso la costruzione di un progetto personale che egli elabora con l’aiuto degli insegnanti e della famiglia (parte attiva a tale processo).
È una scelta nel tempo, continua, che può essere sempre monitorata. L’obiettivo formativo dell’orientamento è quello di favorire la realizzazione di un contatto diretto degli studenti con il mondo del lavoro al fine di aiutarli a conoscere le sue regole e le sue prospettive ma, soprattutto capire i “propri talenti” ovvero la propria vocazione professionale.
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